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Banca manager, la banca virtuale

Nasce la banca delle alte professionalità: dirigenti d’azienda, avvocati, magistrati, notai e, più in generale, liberi professionisti hanno ora la loro banca. Partita da un’idea di FNDAI, la federazione nazionale dei dirigenti d’azienda industriali e della Banca di Roma, è operativa dal 7 gennaio Banca Manager, la prima banca virtuale di categoria. Banca Manager è virtuale perché non ha sportelli: distribuisce i suoi prodotti attraverso il telefono, una rete di promotori finanziari e, entro l’anno, attraverso il PC ed Internet. Con una semplice telefonata è possibile effettuare un bonifico, sottoscrivere Bot, acquistare azioni, richiedere il libretto degli assegni, prenotare una visita del promotore finanziario e, in generale, fare banca senza andare in banca. Inoltre, a differenza di altre banche telematiche, in quanto fa parte del gruppo Banca di Roma, offre a tutti i propri clienti l’opportunità di operare presso gli oltre 1.500 sportelli delle agenzie e filiali del gruppo in tutta Italia (Banca di Roma, Banca Nazionale dell’Agricoltura, Banca Mediterranea).
Ma Banca Manager è di più: è consulenza finanziaria telefonica, disponibile dalle 9 alle 21 attraverso il colloquio con professionisti in grado di orientare le decisioni del cliente. E’ anche consulenza finanziaria personalizzata con incontri periodici con i promotori finanziari della rete. A Nicola Inghilleri, comasco, 55 anni, direttore generale della banca, chiediamo il perché di questa nuova iniziativa.

Come è nata l’idea di Banca Manager?
Questa banca nasce per dare servizi di qualità ad un segmento di clientela particolarmente esigente ed evoluto. Per centrare questo obiettivo, Banca Manager ha delimitato il suo mercato agli oltre 1 milione e 200 mila dirigenti e professionisti italiani.

Quali sono le caratteristiche che rendono la banca funzionale a questo segmento di mercato?
Come dicevamo, Banca Manager non offre solo i servizi di una banca telefonica. Innanzi tutto c’è  l’attenzione alla qualità del servizio che si concretizza nella disponibilità di promotori finanziari particolarmente professionalizzati, pronti ad esaminare con il cliente, nel momento e nel luogo da lui prescelti, i suoi bisogni di investimento ed assicurativi per la ricerca di un portafoglio rispondente nel tempo alle condizioni di mercato ed ai flussi reddituali del cliente stesso. Perché l’attenzione alla qualità non venga meno nel tempo, nel consiglio di amministrazione di Banca Manager siedono oggi i vertici della federazione dei dirigenti ed è previsto che, in futuro, ci possano essere anche i rappresentanti dei liberi professionisti.

Quali sono i vantaggi per un libero professionista di diventare cliente di Banca Manager?
Banca Manager non è un canale telefonico di una banca (con i costi e le strutture delle banche tradizionali) ma è una banca virtuale a sé e pertanto con strutture agili e snelle a costi contenuti. Questo consente di “girare” al cliente parte delle economie di costo e quindi praticare prezzi più bassi. La nostra politica tariffaria è improntata alla massima trasparenza: i tassi sono legati al prime rate ABI e quindi ad un parametro facilmente verificabile (basta sfogliare il “Sole 24 Ore”) e non oggetto di contrattazione. Accanto ai vantaggi di prezzo non sono da sottovalutare i vantaggi di un servizio molto accurato e più in generale la garanzia di un’evoluzione della banca sempre in linea con i bisogni della clientela.
 Ma un avvocato che voglia diventare cliente cosa deve fare?
R: In questa fase di lancio - la banca, lo ricordo, è partita il 7 gennaio - abbiamo preferito circoscrivere ai dirigenti di aziende industriali la possibilità di acquistare azioni della banca e diventare clienti. Dal primo luglio però la banca potrà aprire progressivamente anche a tutte le altre professionalità, e quindi anche agli avvocati. Ciò potrà consentire sia la partecipazione al capitale (che si prevede venga aumentato dagli attuali 15 a 50 miliardi), sia l’apertura di rapporti di conto corrente. In quella circostanza si potrà rivedere anche la composizione degli organi societari per dare spazio ai rappresentanti delle categorie professionali.



 
 
Il capitale del recupero crediti
Una conversazione con Francesco Guarneri, presidente della Guber

Gli uffici della Guber S.r.l. (Brescia - via Corfù, 102 - tel. 030/2420276) occupano due piani di un elegante palazzo nel nuovo quartiere residenziale Brescia 2, considerato ormai un po’ la city della città leader nel settore delle fonderie, vicino al Cristal Palace, grattacielo di 70 piani, emulo del più celebre e meneghino Pirelli. Due piani perfettamente organizzati, dove si muovono con velocità ed efficienza ventisei giovani professionisti, la maggior parte dei quali laureati in discipline giuseconomiche che, insieme 
allo staff dei corrispondenti esterni, costituiscono il management di questa società che, entrata recentemente nel settore della gestione del recupero dei crediti, se ne è anche subito fortemente differenziata Come sia nata l’idea ‘Guber’ lo chiediamo a Francesco Guarneri, uno dei soci fondatori insieme a Gianluigi Bertini. Alto, brizzolato, molto comunicativo. 

È lui che ci racconta l’esperienza di questi anni.
 Semplice. Io e il mio socio, dieci anni fa, giovani, appena laureati, pieni di energia, abbiamo usato alcune applicazioni del pensiero laterale, quel metodo dell’intelletto che alterna alla pura logica, la ricerca sistematica di una pluralità di impostazioni alternative dei problemi che poi si risolvono in nuove idee. Per farla breve, avendo allora interessi nel settore imprenditoriale, capimmo quanto il recupero degli insoluti fosse essenziale alla vita di ogni società. Calcolammo che alcuni settori industriali come quello dell’abbigliamento, tanto per fare un esempio, devono recuperare ogni anno il 55% del loro volume di affari. In più, fino ad allora, il recupero crediti aveva una pessima immagine, legato, in qualche modo, al concetto di esattori-mastini. Così, ad una grande domanda, la necessità aziendale di rientrare in possesso della propria liquidità, non esisteva un’analoga risposta professionale.

Quindi oggi la Guber ha solo grandi aziende come clienti?
 Per riservatezza, non possiamo dirlo: però ci interessa chiunque abbia un problema di gestione del credito frazionato “su larga scala”; siano esse procedure concorsuali (attualmente prestiamo i nostri servizi presso una trentina di sezioni fallimentari di altrettanti Tribunali, incluso quello di Roma) oppure piccole o medie industrie o istituti di credito. Ricorrere a Guber ha senso per chi abbia un portafoglio composto da un numero di posizioni da incassare, variabile da qualche centinaio a qualche migliaio di crediti. Per quanto riguarda le procedure concorsuali, questo non vuol dire che ci occupiamo solo di grandi fallimenti, ma abbiamo bisogno di flessibilità e tempismo. Infatti, spesso la sintesi espositiva ci costringe a riassumere il tutto sotto la voce “recupero crediti”, anche perché è questo il parametro concreto su cui si misura la nostra capacità, ma in realtà il lavoro che svolgiamo va oltre la semplice attività di esazione e qui entra in campo la nostra specificità.

Si spieghi meglio, signor Guarneri.
 Il credito va gestito con professionalità dall’inizio, quando è ancora recente e per farlo dobbiamo procedere alla ricostruzione dei saldi debitori. Accade molto spesso, infatti, che il supporto contabile su cui la procedura si trova ad operare, non sia aggiornato. Per esempio, quando le banche chiudono la posizione dei clienti, revocando gli affidamenti, questi non ricevono più i saldi con gli accrediti delle ricevute bancarie. A volte lavorare sulle scritture contabili ufficiali può essere fortemente penalizzante ai fini del recupero. Infatti, le lettere di sollecito senza una preventiva verifica, lasciano il tempo che trovano. A chi è stata richiesta una somma inferiore a quella dovuta si affretterà a regolarizzare il debito; a chi una superiore, non pagherà, eccependo un diverso saldo reale: ecco la necessità di questa fase di studio e di analisi.

Ma perché un curatore fallimentare di Roma, per esempio, dovrebbe utilizzare Guber che è a Brescia?
 Oggi le distanze in un mercato fortemente globalizzato non hanno senso. Si va da chi dà il miglior prodotto, in questo caso risultato, nel minor tempo. Anche il curatore più qualificato è un professionista non attrezzato per il recupero dei crediti frazionati, in quanto fondamentalmente questo non è il suo mestiere. Trattare diverse centinaia di posizioni/mese, forse non sembra, ma richiede una struttura radicata sull’intero territorio nazionale, ben organizzata ed assolutamente dedicata e noi abbiamo i nostri corrispondenti altamente qualificati. La differenza di efficienza tra una gestione specializzata ed una pur professionale, ma creata una tantum, è la vera ragione per cui è consigliabile rivolgersi alla Guber. Nel numero 0/96 della vostra rivista nel Saluto ai lettori a firma degli avvocati Calò e Maione, c’era un punto che recita testualmente: “Noi riteniamo che il curatore, alla stregua di un manager, non debba saper fare tutto quanto possa servire alla gestione del fallimento, ma debba conoscere l’esistenza di tutti i problemi che lo possono riguardare e chiedere l’ausilio dei tecnici di volta in volta necessari, sapendone controllare l’opera e il risultato”: credo che questa sia un’indicazione moderna ed illuminata, che si dovrebbe intraprendere per migliorare e velocizzare la gestione delle procedure concorsuali.

Che consigli ritiene di dare ai nostri lettori se vogliono utilizzare la Vostra struttura?
 Soprattutto uno: di affidarci l’incarico quando i crediti sono ancora “freschi”. Vede, spesso i curatori impegnati in tutte le procedure di legge, imposte loro dal mandato ricevuto, lasciano un po’ in secondo piano la gestione del credito che, come il pesce, ha un grado di deperibilità elevatissimo. Tante volte ci sono stati affidati portafogli lasciati per qualche anno ad invecchiare, magari nel tentativo del curatore di recuperare da solo la parte più facile del credito, con le solite note circolari di sollecito.
L’esperienza ci dice che questo comportamento non è conveniente, mentre un’azione intrapresa a tempo debito avrebbe dato ben altri risultati.

Dopo il lavoro di analisi e quello di circolarizzazione, come procedete?
 Con le visite in loco. Nel credito frazionato, la possibilità di muoversi e mandare un delegato “sul campo” serve a risolvere molte situazioni che per corrispondenza sarebbero assolutamente irrisolvibili: la più evidente è il rintraccio del debitore, che noi riusciamo a ottenere in tempi brevissimi grazie anche agli ultimi supporti telematici. Abbiamo capito che il rapporto umano, gli argomenti, le parole, lo scambio e anche una serie di pressanti richieste telefoniche, sono le armi essenziali del successo. Parlare di più e scrivere di meno, questo è il segreto. I nostri risultati parlano chiaro: riscuotiamo fino al 70% dell’insoluto e solo il 20% passa all’ufficio legale. 

Ma quanto costa il vostro servizio?
 Le offerte variano sempre in funzione della tipologia del portafoglio da lavorare. Vale un principio generale: non siamo venditori di consulenza, ma di risultati, su cui basiamo, in forma percentuale, i nostri compensi. Se si incassa, si guadagna; se non si incassa, il servizio è a costo zero.

C’è un’ultima sezione della Guber che si occupa della cessione del credito?
 Sì, per coloro che intendono cedere il proprio portafoglio crediti, offriamo sostanzialmente due possibilità: la cessione prosoluto e prosolvendo: nel primo caso, il prezzo è certo e predefinito; nel secondo caso, si tratta di una specie di associazione in partecipazione, in cui si dividono i risultati. Il Cessionario è una società a noi collegata e munita delle necessarie autorizzazioni di legge. Per concludere, vorrei ricordare che i crediti non sono tutti uguali e quindi hanno necessità di interventi personalizzati. Ora con l’ingresso dell’Euro nella nostra economia, dovremmo essere tutti pronti ad ulteriori specializzazioni. Un salto evolutivo a cui la Guber ha pensato da tempo.     G.B.


 



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