EDITORIALE
di Giovambatista Sgromo


Siamo all’epilogo del 1999 ed a fine secolo il nostro legislatore non sembra aver perso la vecchia abitudine di legiferare in modo emergenziale.
Non sfuggirà all’attenzione di chi ci legge, che in quest’ultimo anno il legislatore si è reso protagonista di una riforma certamente utile, ma per il modo in cui è stata promulgata ed attuata, destinata a creare non poche difficoltà sia agli operatori di giustizia, sia ai singoli cittadini. Parliamo della riforma attraverso la quale è stato istituito il Giudice Unico, entrata in vigore il 2 giugno di quest’anno soltanto per il settore civile, mentre tuttora si discute e si dibatte per la sua applicazione anche al settore penale.
Speriamo che il nuovo secolo sia foriero di novità costruttive che consentano a tutti di poter accedere ad una giurisdizione rapida ed efficiente.
Non possiamo neanche trascurare le varie leggi che portano il nome del Ministro Bassanini, promulgate nel tentativo di semplificare l’accesso del cittadino alla Pubblica Amministrazione.
Tali leggi, per quanto ispirate da intento fattivo, non hanno raggiunto lo scopo in quanto, spesso e volentieri, la burocrazia, che è uno dei mali profondi di questo paese, non risulta essere stata sconfitta.
Per quanto riguarda le procedure concorsuali, di particolare rilievo è il D. Lgs. 270/99 che ha profondamente innovato in tema di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. Di tale argomento ci siamo già occupati in un precedente editoriale ed in quella sede auspicavamo un approfondimento della materia da parte di Giuristi, Magistrati e cultori della materia. Data la complessità della riforma il dibattito è tuttora aperto e siamo certi che lo stesso porterà a risultati che la vecchia legge, cosiddetta legge Prodi, non ha sicuramente raggiunto.
Senz’ombra di dubbio l’ingresso dell’Italia in Europa ha fatto si che il legislatore si affrettasse a promulgare leggi che potessero sostenere nel tempo il confronto con gli altri Paesi del continente, già da tempo proiettati verso la globalizzazione.
Il pericolo maggiore di una simile operazione è noto e consistente nel rischio che la fretta sia cattiva consigliera, ma non è il solo. Anche i bizantini compromessi ai quali il nostro legislatore si è ormai abituato, costituiscono un temibile ostacolo al raggiungimento della necessaria attività riformatrice. E non si tratta di timori ipotetici: superficialità e bizantinismo si rinvengono in quasi tutte le più recenti leggi, tanto che a distanza di poco tempo occorre rimettervi mano dando luogo così a un processo di stratificazione che sempre più disorienta gli operatori del diritto.
Il colmo si tocca nella legislazione tributaria in cui l’accavallarsi delle scadenze, le costanti modificazioni e l’astrusità di certe previsioni, rendono veramente eroici i professionisti che si dedicano all’assistenza dei contribuenti.
Negli ultimi mesi dell’anno vi è stata una importantissima sentenza pronunciata dalla Supreme Corte di Cassazione a Sezioni Unite, la numero 500/99, che ha demolito, attraverso il riconoscimento della risarcibilità del danno patrimoniale derivante dalla lesione di un interesse legittimo, una interpretazione quasi secolare in ordine alla non applicazione dell’art. 2043 c.c. in materia di giustizia amministrativa.
Di non minore importanza e di impatto sociale notevolissimo è la sentenza pronunciata dalla Suprema Corte in ordine alla illegittimità della capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi per il cliente ed attivi per le banche addebitati sugli scoperti di conto corrente. Un passo, questo, che non possiamo non definire importante in quanto, per la prima volta, la Suprema Corte ha difeso il cittadino di fronte allo strapotere del sistema bancario. Ovviamente la nostra esperienza ci induce ad una certa cautela, giustificata dalla già manifestata reazione del sistema bancario.
In conclusione, se è vero che l’attività legislativa e quella giurisprudenziale creano scompiglio tra gli operatori di giustizia ed i cittadini, è altrettanto vero che il professionista, sia pure con grande sacrificio, deve tenere un comportamento vigile ed attento per essere sempre e comunque pronto a tutelare i più disparati interessi di chi chiede giustizia.
Non ci si può esimere da tale compito sostenendo che è difficile e complicato sol perché il legislatore e la giurisprudenza si pronunciano tenendo conto della emergenza. Occorre che i professionisti siano sempre più preparati e che il legislatore, servendosi dell’aiuto di tutti coloro che hanno maturato le esperienze necessarie, promulghi leggi che non servano solo per il momento contingente, ma abbiano una valenza nel tempo.
 
 

Gira pagina


INDIETRO

AVANTI