“Fallimento e disoccupazione”
di Italo Scalera – Editore: Cedam anno 1999– pagg. 109 - £.18.000

Sotto l’etichetta  “Impresa, Società, Fallimento, collana di studi a cura di Angelo Bonsignori e Giuseppe Ragusa Maggiore”, il noto editore giuridico di Padova pubblica l’opera di Italo Scalera “Fallimento e disoccupazione” con la quale il titolare dell’istituto di diritto fallimentare della Facoltà di Giurisprudenza della LUMSA si cimenta su un tema che, a prima vista, sembrerebbe riservato a discipline sociologiche, economiche e politiche. 
La posizione da cui parte il noto giurista è quella di chi ritiene che, prima di creare un nuovo posto di lavoro, occorre fare di tutto per non perderne nessuno di quelli già esistenti, dovendosi così destreggiare tra due tematiche entrambe impegnative e difficili: l’una legata allo sviluppo, l’altra alla crisi di impresa. L’autore concentra quindi la sua attenzione su quest’ultimo profilo in quanto proprio la crisi di impresa è, per eccellenza, distruttrice di posti di lavoro, che tuttavia, con delicati e mirati interventi, già attualmente a disposizione, potrebbe essere governata e, se non certamente vinta, potrebbe essere almeno ridimensionata nei suoi deleteri effetti sull’occupazione.
Di grande attualità, quindi, il punto di vista di Italo Scalera che converge con le più recenti iniziative legislative di crisi d’impresa ed in particolare con il D. Lgs. 270/99 sull’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi e, prima ancora, con la legge 223/91. Ma la vivacità di ingegno dell’Autore non gli permette di limitarsi ad una mera indicazione dell’analisi degli strumenti già esistenti, spingendolo, invece, su un atteggiamento propositivo di estremo interesse.
Egli afferma, infatti, che l’esercizio provvisorio nel fallimento e l’affidamento della gestione dell’impresa al commissario giudiziale nell’amministrazione controllata, istituti entrambi già esistenti nella legge fallimentare agli artt. 90 e 191, possono essere, senza costi pubblici aggiuntivi, gli strumenti adeguati a combattere la disoccupazione derivante dalla crisi dell’impresa sol che trovino, in concreto, una più diffusa applicazione, sia pure provvisoriamente, sino alla vendita che, però, osserva sempre l’insigne Autore, avrebbe ad oggetto un organismo produttivo in piena attività e non un lugubre monumento al lavoro perduto. 
Italo Scalera segnala, inoltre, l’opportunità, de iure condendo, di un nuovo istituto, sempre senza costi pubblici aggiuntivi, costituito dall’apertura dell’amministrazione controllata non già solo ad iniziativa di parte, ma anche d’ufficio, così come può avvenire per la dichiarazione di fallimento, permettendo così l’intervento del giudice dell’insolvenza in tempo utile e prima che la crisi d’impresa divenga irreversibile.
Un’opera, quindi, vivace e stimolante, sicuramente capace di dar vita al dibattito su uno degli aspetti più delicati dell’insolvenza.